Dagli antichi Greci ai giorni nostri, una storia tutta da scoprire.
Profuma come i meli in fiore, pensarono gli antichi Greci, così ne inventarono il nome intrecciando l’aggettivo piccolo con la parola mela, chamái e mélon. Dolce e amatissima pianta, ha il fusto sottile e ramificato e le foglie verde chiaro e appuntite. I suoi caratteristici fiori sono bianchi e gialli, riuniti in capolini dai petali all’ingiù.
È luminosa e la sua storia è antica. Molte leggende si intrecciano al suo inconfondibile profumo. C’è chi, in passato, si lavava le mani in acqua di camomilla, sicuro che portasse fortuna. C’è chi nascondeva un suo fiore nella tasca della camicia perché confidava negli incantesimi d’amore. Solo un piccolo e leggero fiore, sufficiente a cambiare le sorti del corteggiamento più improbabile. Per via del suo aroma gentile e rilassante, c’è anche chi, con la camomilla, faceva il bagno, chi la bruciava come incenso, chi meditava in sua compagnia.
A scoprirla per primi sono stati gli Egizi, come testimonia il Papiro di Ebers, datato 1506 a.C all’incirca, scritto in ieratico, custode di un gran numero di prescrizioni mediche, formule magiche e rimedi. Il popolo del Nilo si serviva della camomilla soprattutto per abbassare la febbre e per curare e abbellire la pelle. Secondo loro assomigliava al sole, così la consacrarono proprio al dio Rà. Di camomilla parlano anche Ippocrate, padre della medicina, e Plinio, naturalista romano. La raccomandavano per lenire molti dolori, come il mal di testa. I medici ayurvedici indiani la usavano nello stesso modo.
Capitava che i monaci medievali uscissero dai conventi e scendessero insieme nelle valli per coglierne mazzi. Lo facevano in tarda primavera e poi ne spargevano i petali fragranti durante le cerimonie sacre. Furono loro i primi a notare con meraviglia una sua qualità straordinaria. Se piantata accanto a un arbusto malato capitava che questo guarisse. Infatti la camomilla tiene lontani gli insetti e protegge così gli orti, oggi come ieri.
Per arrivare in Inghilterra, dove venne celebrata in tempi moderni da Beatrix Potter, squisita mamma di Peter Coniglio, la camomilla viaggiò. Venne scoperta da un botanico inglese tra le rovine del Colosseo, cresceva indisturbata tra le antichissime pietre in compagnia di altre malerbe. Era il 1600 e arrivò fin lassù, mentre in America fu portata dai coloni attraverso l’Oceano.
Per molti, il suo amorevole profumo, rimanda all’infanzia e ai buoni pensieri, tutti quelli che si possono fare prima di dormire sereni. È simbolo di purezza e fortuna. Per questo dei suoi piccoli fiori parlano anche le poesie, come quella dedicata proprio alla camomilla da Katherine Mansfield. La poetessa descrive una notte chiara di stelle, un mare lontano che rumoreggia, un albero di mandorle scosso dal vento. E una tazza calda di camomilla da sorseggiare in due.