Lo sbadiglio è un atto respiratorio accessorio comune agli esseri umani e anche a molti animali. Le motivazioni per cui lo compiamo possono essere di varia natura e infatti le teorie a riguardo sono tante e tuttora questo gesto è oggetto di studio da parte della ricerca. Ad esempio, anche se l’obiettivo di questo articolo non è certo quello di annoiare nessuno potrebbe capitare che leggendolo scappi qualche sbadiglio. Il motivo per cui ciò accade dipende dall’origine di questo gesto. Secondo alcuni scienziati, infatti, lo sbadiglio è un indicatore di empatia sociale e di comunicazione non verbale: quante volte guardando qualcuno che sbadigliava è sorto spontaneo sbadigliare? Allo stesso modo può accadere che leggendo informazioni sullo sbadiglio vi compenetriate talmente tanto nell’argomento da provocare spontaneamente uno sbadiglio.
Che cos’è lo sbadiglio
Lo sbadiglio è un gesto semi-involontario, non è possibile sbadigliare a comando e gli studiosi ipotizzano che dipenda anche dall’azione dei neurotrasmettitori – come la serotonina – sull’ipotalamo. Lo sbadiglio sarebbe un riflesso scatenato da questi neurotrasmettitori. Tecnicamente è un gesto che avviene con il coinvolgimento dei muscoli facciali, del collo, del diaframma e dell’apparato respiratorio. È diviso in due tempi: la prima fase di profonda inspirazione con la bocca spalancata, il sollevamento della glottide e l’allargamento della cassa toracica e la seconda fase di espirazione lenta. Spesso è accompagnato dallo stiracchiamento dei muscoli; in media ha una durata di 6 secondi e una frequenza media di 28 volte al giorno, con maggiore incidenza dopo il risveglio e prima di coricarsi. Il momento in cui si sbadiglia di più è già indicativo di una delle funzioni di questo gesto cioè quella legata ai ritmi circadiani di sonno e veglia. Ma non è l’unico motivo per cui sbadigliamo.
Possibili cause dello sbadiglio
È dimostrato che chi è nottambulo sbadiglia di più e soprattutto durante il giorno, mentre i mattinieri sbadigliano meno e quasi sempre alla sera. Il motivo più facilmente deducibile per cui sbadigliamo è che lo sbadiglio è parte del processo di sonno-veglia dei ritmi circadiani. Tre ore prima di addormentarci la frequenza degli sbadigli aumenta, perché secondo gli studiosi la pressione del sonno è al suo apice. Lo sbadiglio, in questo caso, diventa una sorta di sveglia al contrario, perché ci avverte che abbiamo bisogno di dormire.
Possibili funzioni dello sbadiglio
Grazie allo sbadiglio dimostriamo di essere stanchi o annoiati, ma per alcuni studiosi questo gesto avrebbe anche funzioni fisiologiche. Una prima teoria, oggi superata, ipotizzava che lo sbadiglio servisse a compensare una mancanza di ossigeno nel corpo: l’immissione di grande quantità di ossigeno attraverso lo sbadiglio avrebbe colmato lo scompenso di anidride carbonica. Un’altra teoria, quella di Andrew Gallup (2008), tuttora in corso di studi, prevede invece che lo sbadiglio serva a termoregolare la temperatura del cervello quando quest’organo raggiunge picchi di calore che possono essere letali per la salute. Certo è che lo sbadiglio ha anche la funzione sociale di manifestare stanchezza o noia e contemporaneamente è una reazione a questi stati, perché è una sorta di scossone – attraverso l’aumento della frequenza cardiaca e del flusso sanguigno prodotti – che viene dato al cervello per reagire alla condizione di torpore e passività. Ciò è dimostrato da studi che hanno analizzato quanto la frequenza degli sbadigli aumenti quando svolgiamo attività passive come guardare la tv o guidare. In poche parole, è un tentativo di reazione che il cervello compie per rimanere sveglio e funzionante.
Secondo gli studiosi dell’Università di Harvard, lo sbadiglio nasce come meccanismo inconscio imitativo, in pratica vediamo qualcun altro sbadigliare e ci sorge spontaneo sbadigliare a nostra volta. Altre ricerche, questa volta della Baylor University sempre in ambito neurologico, sostengono che lo sbadiglio è un buon indicatore di empatia quando diventa contagioso. Questi studi, che hanno posto dei soggetti davanti a video di persone che sbadigliavano, hanno dimostrato come il 42-55% di tali soggetti reagiva puntualmente sbadigliando. È merito dei neuroni specchio, che giocano un ruolo fondamentale nel meccanismo di copying. In particolare, è risultato che le donne sono più empatiche e rispondono meglio al processo imitativo.
Infine, un’altra funzione dimostrata dello sbadiglio è quella di regolare la pressione delle orecchie, come accade quando si viaggia in aereo e la pressione atmosferica provoca la fastidiosa sensazione di avere le orecchie tappate. Per ovviare a questa condizione e ripristinare la giusta pressione è utile sbadigliare, in modo da aprire le trombe di Eustachio che collegano le orecchie alla gola. Tuttavia, secondo gli studiosi questa è solo una funzione secondaria dello sbadiglio.
Per quante siano le sue funzioni, che per gli studiosi sono ancora al vaglio, lo sbadiglio è utile e salutare al nostro corpo, a patto che non ne abusiamo. Sbadigliare troppo e in modo continuativo, cioè più di 30 volte al giorno, è infatti sintomo di carenza di sonno, calo di energie e possibili disturbi del sonno.
Consigli per gestire lo sbadiglio
Esistono alcuni utili trucchi per limitare lo sbadiglio continuativo, ad esempio muoversi per interrompere la routine che stava rallentando il metabolismo innescando lo sbadiglio. È possibile anche spostarsi in un ambiente più fresco, che aiuta l’organismo e il cervello ad abbassare la propria temperatura e quindi a interrompere lo sbadiglio. Un altro metodo è quello di respirare profondamente dal naso, dato che uno studio del 2007 dimostra che questa tecnica di respirazione permette di evitare anche lo sbadiglio contagioso. Infine, è utile assumere meno caffeina, perché sbadigliare in continuazione potrebbe dipendere anche dall’eccessiva assunzione di questa sostanza.
Un altro consiglio meno estemporaneo e più importante è quello di salvaguardare la qualità del riposo praticando una buona igiene del sonno:
– Regolarità e continuità negli orari: cercare di rispettare gli orari per coricarsi e per svegliarsi, in modo da regolare il proprio orologio biologico, stabilizzare il più possibile il sonno e renderlo profondo.
– Attività fisica: che abbassa i livelli di stress e per questo favorisce l’addormentamento. Basta non praticarla a ridosso del coricamento, perché sarebbe controproducente.
– Cibo e bevande: seguire un’alimentazione sana, evitando cibi troppo ricchi di grassi prima di andare a dormire, perché più impegnativi da digerire mentre l’organismo va in stand by per la notte. Evitare gli alcolici, la caffeina e il fumo che agiscono come eccitanti sul corpo.
– Perseverare nelle attività di routine: bere una camomilla o una tisana, lavarsi i denti, puntare la sveglia, sistemare il cuscino sono tutte attività che possono aiutare il sonno.