i 5 paesaggi invernali più suggestivi della letteratura

Attraverso cinque bellissimi romanzi, scopriamo questa stagione che è forse quella più indicata per godersi il tepore delle proprie case, in compagnia di infuso erboristico Bonomelli.

Una fredda giornata invernale, magari illuminata da un timido raggio di sole, può significare qualcosa di più in un grande romanzo. Scrittori e scrittrici di tutti i tempi usano le stagioni e ciò che rappresentano per raccontare i sentimenti e creare un gioco d rimandi capace di dire moltissimo sull’animo umano. L’inverno, con i suoi colori gelidi e la natura che si addormenta, è spesso sinonimo di un atteso rinnovamento: un intreccio di solitudine e nostalgia che aspetta di terminare con l’arrivo della primavera. Attraverso cinque bellissimi romanzi, scopriamo questa stagione che è forse quella più indicata per godersi il tepore delle proprie case, in compagnia di un buon libro e di infuso erboristico Bonomelli.

1. L’inverno senza fine

Nel celeberrimo Le Cronache di Narnia, libro fantasy dello scrittore C.S. Lewis, a lungo docente di letteratura medioevale all’università di Oxford, la crudele Strega Bianca ha preso il potere e ha gettato l’intero mondo fantastico in un gelido inverno infinito. Nevica sempre sulle valli immense e sui fitti boschi di Narnia e la tiranna, insieme alla sua orda di nani, minotauri e lupi, non ha nessuna intenzione di far splendere di nuovo il sole. È sempre inverno, ma mai Natale. Per far tornare la primavera bisogna sperare nell’arrivo di tre fratelli e di un leone magnifico, Aslan. L’infuso erboristico perfetto per accompagnare la lettura del primo libro delle Cronache, ovvero Il leone, la strega e l’armadio, è il delizioso Karkadè e Goji.

2. L’inverno misterioso

È il monastero più famoso della letteratura quello che custodisce tra le sue mura il manoscritto proibito, di cui racconta Umberto Eco in Il nome della Rosa. È la fine del novembre 1327 quando i due protagonisti, Guglielmo da Baskerville e il suo allievo Adso, raggiungono quel luogo sperduto nel Nord Italia. Tutto è gelido e immerso in una tremenda foschia: le mura sono fredde e le stanze buie e abitate da fantasmi. Fuori sono la nebbia e il vento a fare da padroni. In un simile scenario non può che succedere qualcosa di oscuro. Lettura da recuperare assolutamente e da accompagnare con l’infuso erboristico Ortica e Tarassaco.

3. L’inverno morbido

Tra le opere più lette e amate di Italo Calvino sicuramente si annovera Marcovaldo ovvero Le stagioni in città. Questa raccolta di venti novelle ha come protagonista il buffo e malinconico magazziniere della fabbrica immaginaria: Sbav, così sensibile e ingenuo. Tra le storie, La città smarrita nella neve è il racconto tutto invernale di una metropoli, forse Torino, che ha perso i suoi spigoli proprio grazie a una generosa nevicata. Il protagonista è felice, la neve è sua amica perché trasforma la città rendendola finalmente accogliente e non più ostile. Questa tenera storia è da leggere con il fresco Infuso erboristico Finocchio e Finocchietto selvatico.

4. L’inverno a Manhattan

«Sa le anatre che stanno in quello stagno vicino a Central Park South? Mi saprebbe dire per caso dove vanno le anatre quando il lago gela? Lo sa per caso?». Questa è una delle domande più famose della letteratura, assillo di Holden Caulfield, protagonista di Il Giovane Holden di J.D. Salinger.
Lo scenario invernale questa volta è New York, la città delle luci, durante il dorato e frenetico periodo natalizio. Sono gli Anni Cinquanta e un ragazzo tutto solo percorre le strade gelide della città; ha pochi soldi in tasca ma non vuole tornare a casa. È stato bocciato e non vuole dirlo ai genitori. Dorme nella sala d’aspetto del Grand Terminal Central, al Rockefeller Center pattina sul ghiaccio, ma soprattutto a Central Park osserva quelle anatre che d’inverno se ne vanno. Una lettura imperdibile da accompagnare con una tazza di infuso erboristico Zenzero e Curcuma.  

5. L’inverno russo

Probabilmente, i libri degli scrittori russi sono quelli che meglio rappresentano l’inverno.
In quelle pagine, la stagione più fredda assume una veste particolarmente poetica. È il silenzio, i bagliori della neve, lo scricchiolio dei passi sul ghiaccio: tutto è magico e fiabesco. Come nel racconto La tormenta di Aleksandr Sergeevič Puškin, racchiuso nella raccolta I racconti di Belkin, scritti nel 1830. Una tempesta di neve furibonda cancella i connotati di un paese, impedendo allo sposo di trovare la strada per la chiesa e di ricongiungersi alla sua sposa che lo aspetta. Da leggere in compagnia di una tazza dell’intenso e balsamico infuso erboristico Timo e Menta Piperita.