L’interpretazione di quello che sogniamo è un interesse umano che risale alla notte dei tempi e che ancora oggi coinvolge diversi campi, dalla religione alla filosofia, dalla letteratura alla scienza, fino alle credenze popolari più diffuse. Ma perché tanta curiosità intorno al fenomeno del sogno? Probabilmente perché svolgiamo quest’attività mentre dormiamo, quando la nostra consapevolezza è sopita e il controllo cosciente è disattivato. È un’attività da cui nessun essere umano è escluso e pare che persino alcuni animali sognino mentre dormono. Se è vero che è molto probabile non ricordare i sogni al risveglio, è vero anche che è praticamente impossibile non sognare. Questo atto è un’azione inscindibile dal sonno e, se consideriamo che l’essere umano passa almeno un terzo della vita dormendo e almeno sei anni sognando, possiamo dedurne quanto sia importante una buona qualità del sonno. Per questo da quasi un secolo Bonomelli si impegna a favorire il rilassamento e il sonno, grazie alla sua selezione di camomille.
Dal punto di vista dell’interpretazione, il sogno rappresenta sostanzialmente il racconto fatto da svegli di ciò che il sognante ha vissuto, un messaggio più o meno coerente o bizzarro che il sognatore non può capire da solo, perché il contenuto sfugge alla logica della veglia. Per alcuni studiosi antichi questo corrisponde al bisogno dell’uomo di dare un significato a ciò che risulta di difficile comprensione. A dare un’interpretazione ai sogni ci hanno provato in tanti, dagli indovini alle streghe, dai poeti ai filosofi, fino agli psicoanalisti e ai neuroscienziati, ognuno con motivazioni e obiettivi diversi.
L’interpretazione dei sogni per gli Antichi
L’esigenza di un’interpretazione come spiegazione di ciò che vediamo e di cui siamo partecipi in sogno è nota fin dall’antichità. Già in epoca remota nasce la classificazione in diversi tipi: buoni, cattivi e liberi. Potevano cioè essere un modo per ricevere premonizioni dalle divinità o per comunicare con i defunti, potevano essere veicoli di peccati demoniaci e satanici inconfessabili durante la veglia e potevano rivelare informazioni sulla condizione fisica del sognatore. Al tempo degli Egizi i sogni cominciano a essere classificati in veri e propri dizionari. In seguito per i Greci corrispondeva a un bisogno psicologico di certezze davanti ai misteri della vita e del cosmo. Artemidoro, il più importante osservatore di sogni di epoca classica, li cataloga in categorie, tra cui quelli profetici e non, concentrandosi sul significato come profezia divina. Con Platone i sogni diventano espressione del mondo delle idee, mentre Aristotele fu il primo ad avere un approccio moderno e psicologico dell’interpretazione considerandoli un’esperienza avuta dall’anima uscita temporaneamente dal corpo per accedere alla conoscenza della realtà secondo il sognante. Dare il giusto significato alla simbologia nei sogni può portare a una conoscenza del sé che in stato di coscienza viene ignorata nella vita reale.
Per le religioni il sogno ha avuto un’accezione divinatoria con cui la divinità comunicava con il fedele per portarlo sulla via della rettitudine, oppure un’accezione demoniaca e peccaminosa al punto che nel X secolo papa Gregorio II proibì l’interpretazione dei sogni, punendola con la pena di morte.
L’interpretazione moderna e le credenze popolari
Anche la psicanalisi moderna si è interessata a questo fenomeno con un approccio analitico come quello di Sigmund Freud, secondo cui i sogni sono contenuti psichici rimossi rappresentati simbolicamente, che attraverso l’interpretazione possono diventare coscienti per il sognante. Il valore dell’interpretazione diventa definitivamente uno strumento di introspezione per capire sé stessi e i propri desideri inconsci. “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud è probabilmente il libro più noto su questo affascinante argomento.
La tradizione millenaria di interpretare i sogni a scopo premonitorio si è mantenuta fino ad oggi nelle credenze popolari che li considerano con significati più o meno standardizzati indifferentemente da chi li ha prodotti. La Smorfia napoletana, che ha origine dalla Cabala ebraica, è la più conosciuta forma di credenza popolare. Come un “dizionario dei sogni” la Smorfia abbina situazioni, oggetti e persone sognati ai numeri del gioco del lotto, che determinerebbero una vincita al gioco. Nella Smorfia è viva, vegeta e determinante la funzione divinatoria svolta in sogno da un parente defunto che “visita” il discendente per comunicargli i numeri vincenti. Il ricorso alla tradizione popolare non è vincolato solo alla vincita in denaro, ma è molto praticato soprattutto in caso di sogni ricorrenti: sognare di perdere i denti, sognare i serpenti, sognare di inciampare o di cadere nel vuoto sono solo alcuni degli esempi più frequenti interpretati dalla Smorfia napoletana e non solo.
L’interpretazione di quello che sogniamo rimane l’argomento più affascinante per tutte le generazioni proprio grazie al sonno, che risulta essere molto più di un semplice momento di sosta o di ristoro. Dormire, almeno durante la fase R.E.M. sognante, è un momento di intensa vivacità per il cervello. Per questo motivo è molto importante prendersi cura della serenità del sonno con una calda tazza di camomilla Filtrofiore Bonomelli.